“La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.”

 

Quanti di voi soffrono di mal di testa?

Come abbiamo annunciato nei post precedenti, la cefalea è stata riconosciuta come malattia sociale invalidante ed è per questo che vorrei porre l’accento su questo argomento.

Per anni si è curata in maniera inappropriata non ponendo la giusta attenzione su di essa, prescrivendo ai pazienti, nella maggior parte dei casi, antinfiammatori su antinfiammatori e solo in alcuni casi visite specialistiche.

Esistono invece diversi centri specialistici a cui rivolgersi per combattere la malattia: i più importanti sono la SIN (Società Italiana di Neurologia), la ANIRCEF (Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee) e la SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee).

 

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COME MIGLIORARE IL MAL DI TESTA CON L’OSTEOPATIA

Una soluzione meno invasiva e d’effetto può essere data anche dagli OSTEOPATI che grazie alle loro tecniche manuali sanno distinguere e localizzare i punti critici e manipolarli fino a portare il corpo umano ad autoregolarsi e risolvere il problema.

La cefalea cervicogenica è una tra le più riscontrate nei pazienti ed ha una causa ben precisa.

E’ di origine cronica e generalmente proviene da problemi di tipo posturale o da strutture osteomioarticolari della regione cervicale, come l’Atlante.

L’atlante è la prima vertebra cervicale (C1) della colonna vertebrale ed  il suo nome deriva da Atlante della mitologia perché è il supporto della testa e con sé porta sempre un globo.

L’Atlante, insieme all’Epistrofeo e  all’occipite costituisce il complesso biomeccanico occipito-atlanto-epistrofeo un’ area del rachide cervicale strettamente connessa con le funzioni neurosensoriali del cranio in primis vista, equilibrio, udito ed occlusione.

Quando l’Atlante ha una disfunzione, l’origine è spesso di tipo traumatico, microtraumatico o atraumatico, ad esempio il rachide cervicale ( colpo di frusta ), un gesto sportivo ripetuto nel tempo o anomalie visive .

 

LA SCIENZA E IL MAL DI TESTA

Queste condizioni sono sentite più dalle donne che dagli uomini (15-20% ) e c’è anche una spiegazione scientifica e la ragione risiede negli ormoni, a partire dal periodo di pubertà.

Difatti, le donne maggiormente colpite sono quelle tra i 20 e i 50 anni per il brusco calo degli ormoni  nei giorni antecedenti il ciclo. Questo innesca una sorta di reazione a catena tipico degli attacchi di emicrania.

Giovanni Battista Allais, responsabile del Centro Cefalee Donna dell’Università di Torino spiega che «Il flesso di estrogeni nella fase perimestruale cambia infatti l’assetto della neurotrasmissione, facendo aumentare i neurotrasmettitori prodolore. Favorisce la vasodilatazione a livello cerebrale e la diminuzione delle protezioni dal dolore: crollano cioè le endorfine che ci proteggono dal dolore».

 

 

 

Dott. Giorgio Germano Osteopata